lunedì 29 settembre 2025

Lenovo partner di F1

La Formula 1 non è solo auto velocissime e piloti famosi: dietro le gare che vediamo in TV c’è un’enorme macchina tecnologica che lavora senza farsi notare. In ogni Gran Premio milioni di dati hanno viaggiano su server e cavi grazie al lavoro di Lenovo, partner tecnologico ufficiale del campionato.

Ogni gara è un’impresa enorme: vengono gestiti tra i 500 e i 600 terabyte di dati, cioè l’equivalente di 50 anni di video! Queste informazioni arrivano in tempo reale a più di 180 Paesi, permettendo a circa 820 milioni di persone di seguire la Formula 1 in diretta. A rendere possibile tutto ciò ci sono circa 300 tecnici e ingegneri, che lavorano sia in pista che da remoto, e un’infrastruttura composta da server resistenti, computer con intelligenza artificiale e sistemi in grado di funzionare in ogni condizione, dal caldo torrido alla pioggia battente.

Il cuore di questo sistema è l’Event Technology Centre (ETC), una struttura mobile che viene montata ad ogni circuito. Dieci giorni prima della gara si parte da zero: in cinque giorni vengono costruiti i capannoni con monitor e computer, poi vengono stesi 58 chilometri di cavi in fibra ottica e installate telecamere e antenne. Tre giorni prima della partenza, tutto è già pronto per i test finali. Dopo il weekend, l’ETC viene smontato velocemente e spostato altrove.

Ma la vera regia non è in pista: si trova in Inghilterra vicino a Londra. Qui arrivano in meno di un quarto di secondo le immagini e i dati raccolti in giro per il mondo, dall’Australia al Brasile. È in questo centro che vengono montati i filmati, aggiunte le grafiche e gestiti i replay che vediamo in televisione. Grazie alle connessioni super veloci, i tecnici possono anche controllare a distanza le telecamere sulle monoposto, cambiando inquadratura in tempo reale senza alcun ritardo percepibile. L ’intelligenza artificiale sarà sempre più presente: presto potrà riconoscere automaticamente i momenti chiave delle gare, come sorpassi o incidenti, e segnalarli subito alla regia.

Come spesso succede la tecnologia che oggi rende magico lo spettacolo della Formula 1 potrebbe presto arrivare anche nella vita di tutti i giorni, dalla medicina alla realtà aumentata.

lunedì 22 settembre 2025

Chi prova l’auto elettrica non torna più indietro

Negli ultimi anni, l’auto elettrica è passata da curiosità tecnologica a scelta concreta per milioni di automobilisti in tutto il mondo. Se all’inizio poteva sembrare una scommessa o una moda passeggera, oggi chi prova un’auto elettrica difficilmente torna a guidare una tradizionale vettura a benzina o diesel. Ma perché succede questo?

La risposta è semplice: l’esperienza di guida è radicalmente diversa – e in meglio. Le auto elettriche offrono un’accelerazione fluida e immediata, priva di vibrazioni e rumori. Non c’è bisogno di cambiare marcia e il silenzio nell’abitacolo diventa un elemento di comfort a cui ci si abitua subito. Per chi passa molte ore al volante, tutto questo fa una grande differenza.

Anche la manutenzione è ridotta al minimo. Senza motore a combustione, frizione o cambio tradizionale, ci sono molte meno parti soggette a usura. Basta con i cambi d’olio, le cinghie da sostituire o le emissioni da controllare. Tutto si traduce in un risparmio di tempo e denaro.

E poi c’è la questione ambientale. Sempre più persone scelgono l’elettrico per una maggiore consapevolezza ecologica. Guidare un’auto a zero emissioni dirette significa contribuire concretamente alla riduzione dell’inquinamento urbano e delle emissioni di CO₂. In molte città, i veicoli elettrici possono inoltre accedere liberamente alle ZTL, parcheggiare gratuitamente o usufruire di incentivi fiscali.

Naturalmente, ci sono ancora alcune barriere: l’autonomia delle batterie, sebbene in costante aumento, può rappresentare una preoccupazione per chi percorre molti chilometri. Anche l’infrastruttura di ricarica è ancora in fase di sviluppo, soprattutto in alcune zone. Ma questi ostacoli stanno rapidamente diminuendo grazie agli investimenti pubblici e privati nel settore.

Chi ha già fatto il “salto” raramente si pente. Anzi, molti automobilisti descrivono l’auto elettrica come una vera e propria rivelazione. Non è solo un cambiamento tecnico, ma un cambio di mentalità. Si guida diversamente, si vive l’auto in modo nuovo.

L’auto elettrica non è più una novità: è il futuro, e per molti è già il presente.

lunedì 15 settembre 2025

DeepSeek, l’Intelligenza Artificiale cinese che sfida i giganti tech USA

DeepSeek è un'intelligenza artificiale creata in Cina che ha fatto molto parlare di sé. Simile a ChatGPT, è stata sviluppata con un sistema open source e ha costi molto più bassi, il che l’ha resa subito popolare in tutto il mondo. In pochi mesi, è diventata una delle app più scaricate grazie alla sua facilità d’uso e ai prezzi competitivi: mentre ChatGPT, nella versione più avanzata, richiede abbonamenti costosi, DeepSeek offre molte funzioni gratuitamente o a prezzi molto bassi. Questo ha messo in difficoltà aziende come OpenAI e Microsoft, che l’hanno accusata di plagio, sostenendo che abbia copiato il loro software senza permesso.

A gennaio 2025, le tensioni sono aumentate e DeepSeek è stata rimossa dagli store digitali italiani. Inoltre, negli Stati Uniti è stata vietata sui dispositivi governativi per motivi di sicurezza, perché si teme che il governo cinese possa usarla per raccogliere informazioni. Un altro aspetto discusso riguarda la censura: DeepSeek evita argomenti politici delicati e non graditi al governo cinese. Questo ha creato polemiche tra gli utenti occidentali.

Nonostante le critiche, DeepSeek continua a far parlare di sé e potrebbe cambiare il corso

dell’intelligenza artificiale, sfidando il dominio delle grandi aziende americane come OpenAI. Tuttavia, il suo futuro rimane incerto a causa delle accuse di plagio e delle tensioni tra Cina e Stati Uniti.

lunedì 8 settembre 2025

Non bisogna voler essere chi non si è

Nell'adolescenza è normale guardarsi intorno e confrontarsi con gli altri. Capita spesso di pensare che i compagni siano più bravi, più belli, più simpatici o più fortunati di noi. Una ragazza può provare invidia per un’amica che vince gare sportive e colleziona medaglie, un ragazzo può ammirare il compagno che prende sempre voti altissimi o che è molto popolare. È umano: quando vediamo negli altri delle qualità che ci mancano, ci viene spontaneo desiderare di essere come loro. Ma la verità è che inseguire di continuo un modello che non ci appartiene non ci rende più felici, anzi rischia di farci sentire sempre in difetto.

Il problema del confronto è che dimentichiamo una cosa fondamentale: ciascuno di noi è unico. Non esistono due persone identiche per carattere, esperienze, passioni e sogni. Questo significa che non ha senso misurare il nostro valore con il metro degli altri. Forse non saremo i migliori nello sport o in matematica, ma potremmo avere talento nella musica, nella scrittura, nel disegno, nella comunicazione o semplicemente nel far stare bene le persone intorno a noi. Spesso queste qualità non sono immediatamente visibili o riconosciute da un premio, ma hanno un valore enorme nella vita reale.

Imparare a non voler essere qualcun altro è un passo fondamentale per crescere. Non significa smettere di migliorarsi, al contrario: significa imparare a riconoscere e coltivare i propri punti di forza, invece di inseguire continuamente traguardi che appartengono a un’altra persona. L’invidia, se non la lasciamo dominare, può trasformarsi in motivazione: posso ammirare chi corre veloce, ma piuttosto che sentirmi inferiore, posso chiedermi cosa mi piacerebbe davvero allenare in me stesso.

Anche i social network complicano le cose: vediamo solo i momenti migliori della vita degli altri e ci sembra che siano sempre felici, belli e vincenti. Ma quella non è la realtà completa, è solo una vetrina. Tutti hanno fragilità, paure e giornate storte, anche se non le mostrano. Ricordarselo aiuta a ridurre la pressione del confronto.

In fondo, ciò che rende davvero speciale una persona è la sua autenticità. Non saremo mai la copia perfetta di qualcun altro, ma possiamo diventare la versione migliore di noi stessi. Essere fedeli a ciò che siamo, coltivare le nostre passioni e imparare a valorizzarci è il modo migliore per vivere una vita piena e soddisfacente. E, alla fine, è molto più bello che rincorrere un ideale che non ci appartiene.

Impariamo da Jannik Sinner che, a dispetto dei suoi soli 24 anni, a volte sfodera una saggezza incredibile. Dopo la sconfitta di New York ha dichiarato: "Non sarò mai come Carlos, ma posso provare ad essere una versione migliore di me stesso". 

Agenda ONU 2030 - A che punto siamo?


L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è un grande piano globale che punta a rendere il mondo più giusto, sostenibile e vivibile per tutti entro il 2030. Comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che spaziano dall’eliminazione della povertà alla lotta ai cambiamenti climatici, dal diritto all’istruzione al lavoro dignitoso. Ma a che punto siamo oggi?

I dati più recenti dicono che la strada è in salita: solo il 17% dei target è davvero “sulla buona strada” per essere raggiunto, mentre la maggior parte avanza troppo lentamente e diversi obiettivi stanno addirittura peggiorando. Questo significa che il mondo, al momento, è in ritardo rispetto agli impegni presi.

Tra gli obiettivi più critici troviamo:

SDG 2 – Fame zero: dopo la pandemia, il numero di persone che soffrono la fame è tornato a crescere, arrivando a oltre 700 milioni. Anche la malnutrizione infantile rimane un problema enorme.

SDG 4 – Istruzione di qualità: sebbene più ragazzi riescano a completare la scuola, il livello di competenze in lettura e matematica sta calando, complice la pandemia ma anche problemi strutturali, come la mancanza di insegnanti qualificati in molte aree del mondo.

SDG 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: il mercato del lavoro è fragile, la disoccupazione giovanile resta alta e milioni di persone lavorano ancora in condizioni precarie o informali.

SDG 12 – Consumo e produzione responsabili: i Paesi ricchi sprecano enormi quantità di cibo ed energia, contribuendo a inquinamento, perdita di biodiversità e cambiamenti climatici.

Non mancano però anche notizie positive. Alcuni progressi significativi ci sono stati: la mortalità infantile è diminuita, sempre più persone hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienici, le energie rinnovabili stanno crescendo e in diversi Paesi gli investimenti in ricerca e innovazione stanno aumentando.

Guardando alle classifiche internazionali, i Paesi del Nord Europa – come Finlandia, Svezia e Danimarca – sono tra i più avanzati nel raggiungere gli SDG, grazie a sistemi sociali solidi, politiche ambientali coraggiose e un alto livello di benessere diffuso. Al contrario, molti Paesi dell’Africa sub-sahariana, ma anche Stati segnati da guerre e crisi come Afghanistan e Yemen, faticano a garantire diritti fondamentali come il cibo, la salute e l’istruzione.

Il quadro generale, dunque, è fatto di luci e ombre. Se da un lato ci sono esempi positivi e progressi incoraggianti, dall’altro il tempo stringe e il 2030 si avvicina. Per recuperare il ritardo serviranno scelte coraggiose: trasformare i sistemi alimentari ed energetici, ridurre gli sprechi, investire in istruzione e lavoro dignitoso, e rafforzare la cooperazione tra Paesi.

L’Agenda 2030 non è solo un obiettivo dei governi, ma riguarda tutti noi: ciascuno, nel proprio piccolo, può contribuire a un futuro più sostenibile e giusto.

lunedì 1 settembre 2025

Consapevolezza: la chiave per costruire il tuo futuro

Quando si è giovani il mondo é ancora tutto da scoprire. Hai sogni, dubbi, paure, desideri. A volte ti senti invincibile, altre volte perso. È normale. Ma c’è una parola che può aiutarti a trovare la tua strada, a fare scelte più vere e a vivere con più forza e autenticità: consapevolezza.

Essere consapevoli significa sapere chi sei, riconoscere le tue emozioni, capire cosa ti fa stare bene e cosa no. È guardarti dentro senza paura, anche quando non ti piace tutto quello che vedi. Significa prendere coscienza dei tuoi punti di forza ma anche dei tuoi limiti, per poterli affrontare o trasformare.

E questo vale anche nello studio. Studiare con consapevolezza vuol dire capire perché lo fai: non solo per un voto, ma per costruire il tuo futuro. Significa scoprire quali materie ti appassionano davvero, ma anche impegnarti in quelle più difficili, perché sai che ogni sforzo ti fa crescere. Vuol dire riconoscere quando hai bisogno di aiuto, organizzare meglio il tuo tempo, imparare dai tuoi errori senza giudicarti.

Viviamo in un mondo pieno di distrazioni, in cui è facile seguire la massa, copiare, reagire di impulso, o cercare approvazione a ogni costo. Ma chi è consapevole sceglie con la propria testa. Sa dire sì, ma anche no. Sa quando è il momento di parlare e quando è il momento di ascoltare. Essere consapevoli ti rende più libero. Ti aiuta a capire cosa vuoi davvero, e ti dà la forza per raggiungerlo.

Fermati un momento, chiediti: chi sono davvero? Dove voglio andare? È da lì che comincia tutto.