lunedì 8 settembre 2025

Non bisogna voler essere chi non si è

Nell'adolescenza è normale guardarsi intorno e confrontarsi con gli altri. Capita spesso di pensare che i compagni siano più bravi, più belli, più simpatici o più fortunati di noi. Una ragazza può provare invidia per un’amica che vince gare sportive e colleziona medaglie, un ragazzo può ammirare il compagno che prende sempre voti altissimi o che è molto popolare. È umano: quando vediamo negli altri delle qualità che ci mancano, ci viene spontaneo desiderare di essere come loro. Ma la verità è che inseguire di continuo un modello che non ci appartiene non ci rende più felici, anzi rischia di farci sentire sempre in difetto.

Il problema del confronto è che dimentichiamo una cosa fondamentale: ciascuno di noi è unico. Non esistono due persone identiche per carattere, esperienze, passioni e sogni. Questo significa che non ha senso misurare il nostro valore con il metro degli altri. Forse non saremo i migliori nello sport o in matematica, ma potremmo avere talento nella musica, nella scrittura, nel disegno, nella comunicazione o semplicemente nel far stare bene le persone intorno a noi. Spesso queste qualità non sono immediatamente visibili o riconosciute da un premio, ma hanno un valore enorme nella vita reale.

Imparare a non voler essere qualcun altro è un passo fondamentale per crescere. Non significa smettere di migliorarsi, al contrario: significa imparare a riconoscere e coltivare i propri punti di forza, invece di inseguire continuamente traguardi che appartengono a un’altra persona. L’invidia, se non la lasciamo dominare, può trasformarsi in motivazione: posso ammirare chi corre veloce, ma piuttosto che sentirmi inferiore, posso chiedermi cosa mi piacerebbe davvero allenare in me stesso.

Anche i social network complicano le cose: vediamo solo i momenti migliori della vita degli altri e ci sembra che siano sempre felici, belli e vincenti. Ma quella non è la realtà completa, è solo una vetrina. Tutti hanno fragilità, paure e giornate storte, anche se non le mostrano. Ricordarselo aiuta a ridurre la pressione del confronto.

In fondo, ciò che rende davvero speciale una persona è la sua autenticità. Non saremo mai la copia perfetta di qualcun altro, ma possiamo diventare la versione migliore di noi stessi. Essere fedeli a ciò che siamo, coltivare le nostre passioni e imparare a valorizzarci è il modo migliore per vivere una vita piena e soddisfacente. E, alla fine, è molto più bello che rincorrere un ideale che non ci appartiene.

Impariamo da Jannik Sinner che, a dispetto dei suoi soli 24 anni, a volte sfodera una saggezza incredibile. Dopo la sconfitta di New York ha dichiarato: "Non sarò mai come Carlos, ma posso provare ad essere una versione migliore di me stesso". 

Agenda ONU 2030 - A che punto siamo?


L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è un grande piano globale che punta a rendere il mondo più giusto, sostenibile e vivibile per tutti entro il 2030. Comprende 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che spaziano dall’eliminazione della povertà alla lotta ai cambiamenti climatici, dal diritto all’istruzione al lavoro dignitoso. Ma a che punto siamo oggi?

I dati più recenti dicono che la strada è in salita: solo il 17% dei target è davvero “sulla buona strada” per essere raggiunto, mentre la maggior parte avanza troppo lentamente e diversi obiettivi stanno addirittura peggiorando. Questo significa che il mondo, al momento, è in ritardo rispetto agli impegni presi.

Tra gli obiettivi più critici troviamo:

SDG 2 – Fame zero: dopo la pandemia, il numero di persone che soffrono la fame è tornato a crescere, arrivando a oltre 700 milioni. Anche la malnutrizione infantile rimane un problema enorme.

SDG 4 – Istruzione di qualità: sebbene più ragazzi riescano a completare la scuola, il livello di competenze in lettura e matematica sta calando, complice la pandemia ma anche problemi strutturali, come la mancanza di insegnanti qualificati in molte aree del mondo.

SDG 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica: il mercato del lavoro è fragile, la disoccupazione giovanile resta alta e milioni di persone lavorano ancora in condizioni precarie o informali.

SDG 12 – Consumo e produzione responsabili: i Paesi ricchi sprecano enormi quantità di cibo ed energia, contribuendo a inquinamento, perdita di biodiversità e cambiamenti climatici.

Non mancano però anche notizie positive. Alcuni progressi significativi ci sono stati: la mortalità infantile è diminuita, sempre più persone hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienici, le energie rinnovabili stanno crescendo e in diversi Paesi gli investimenti in ricerca e innovazione stanno aumentando.

Guardando alle classifiche internazionali, i Paesi del Nord Europa – come Finlandia, Svezia e Danimarca – sono tra i più avanzati nel raggiungere gli SDG, grazie a sistemi sociali solidi, politiche ambientali coraggiose e un alto livello di benessere diffuso. Al contrario, molti Paesi dell’Africa sub-sahariana, ma anche Stati segnati da guerre e crisi come Afghanistan e Yemen, faticano a garantire diritti fondamentali come il cibo, la salute e l’istruzione.

Il quadro generale, dunque, è fatto di luci e ombre. Se da un lato ci sono esempi positivi e progressi incoraggianti, dall’altro il tempo stringe e il 2030 si avvicina. Per recuperare il ritardo serviranno scelte coraggiose: trasformare i sistemi alimentari ed energetici, ridurre gli sprechi, investire in istruzione e lavoro dignitoso, e rafforzare la cooperazione tra Paesi.

L’Agenda 2030 non è solo un obiettivo dei governi, ma riguarda tutti noi: ciascuno, nel proprio piccolo, può contribuire a un futuro più sostenibile e giusto.

lunedì 1 settembre 2025

Consapevolezza: la chiave per costruire il tuo futuro

Quando si è giovani il mondo é ancora tutto da scoprire. Hai sogni, dubbi, paure, desideri. A volte ti senti invincibile, altre volte perso. È normale. Ma c’è una parola che può aiutarti a trovare la tua strada, a fare scelte più vere e a vivere con più forza e autenticità: consapevolezza.

Essere consapevoli significa sapere chi sei, riconoscere le tue emozioni, capire cosa ti fa stare bene e cosa no. È guardarti dentro senza paura, anche quando non ti piace tutto quello che vedi. Significa prendere coscienza dei tuoi punti di forza ma anche dei tuoi limiti, per poterli affrontare o trasformare.

E questo vale anche nello studio. Studiare con consapevolezza vuol dire capire perché lo fai: non solo per un voto, ma per costruire il tuo futuro. Significa scoprire quali materie ti appassionano davvero, ma anche impegnarti in quelle più difficili, perché sai che ogni sforzo ti fa crescere. Vuol dire riconoscere quando hai bisogno di aiuto, organizzare meglio il tuo tempo, imparare dai tuoi errori senza giudicarti.

Viviamo in un mondo pieno di distrazioni, in cui è facile seguire la massa, copiare, reagire di impulso, o cercare approvazione a ogni costo. Ma chi è consapevole sceglie con la propria testa. Sa dire sì, ma anche no. Sa quando è il momento di parlare e quando è il momento di ascoltare. Essere consapevoli ti rende più libero. Ti aiuta a capire cosa vuoi davvero, e ti dà la forza per raggiungerlo.

Fermati un momento, chiediti: chi sono davvero? Dove voglio andare? È da lì che comincia tutto.