Nel dibattito sempre più acceso tra favorevoli e contrari
alla diffusione dell’auto elettrica tra i materiali più controversi il cobalto,
minerale ormai diventato sempre più raro e con notevoli problemi per la sua
estrazione.
Il cobalto, simbolo chimico "Co", è un minerale duro,
simile al ferro, resistente ad acqua e
aria, mentre risulta più sensibile all’aggressione degli acidi. Viene usato per
molteplici attività come la produzione di leghe per turbine dei motori degli aerei
a reazione.
E poi c’è l’impiego per il funzionamento delle batterie
all’interno delle auto elettriche. Proprio il cobalto è il materiale
protagonista del polo negativo della batteria. Il cobalto serve a estendere il più possibile la durata delle
batterie al litio e quindi incrementare l’autonomia delle auto elettriche,
aspetto fondamentale per il futuro.
Dopo il 2035, almeno in Europa, rimarranno in vendita solo
auto elettriche e la richiesta di cobalto crescerà in modo esponenziale. Il
cobalto non è infinito, anzi, è tutt’altro che diffuso sulla Terra e la
richiesta sempre maggiore sta abbattendo le riserve a disposizione: ogni
automobile necessita circa di 10 kg di cobalto.
Il maggiore produttore mondiale di cobalto è la Repubblica
Democratica del Congo, seguita dall’Australia e Indonesia. A questo podio si
aggiungono altri Paesi produttori, anche se con riserve ben più limitate come
le isole Filippine, la Cina o la Russia. Con le riserve conosciute di cobalto si potrebbero
realizzare 750 milioni di batterie per altrettanti mezzi elettrici e
considerando una produzione media annuale di circa 80-90 milioni di veicoli, si
potrebbe andare avanti al massimo per 9 anni. Ma non dimentichiamo che il bobalto estratto
ha molti altri usi. E poi ci sono da considerare i costi: una richiesta
crescente di cobalto che va esaurendosi comporta un prezzo in crescita,
crescita del prezzo delle auto elettriche già oggi troppo care.
La Repubblica Democratica del Congo detiene le maggiori riserve
ma i giacimenti sono stati acquistati nella stragrande maggioranza da aziende
cinesi. In ogni caso, il Congo rappresenta più della metà della produzione di
cobalto a livello mondiale. E quindi vengono i problemi maggiori. Il cobalto
del Congo è estratto a mano per oltre il 20% da minatori quasi sempre in età
scolare. Di fatto la produzione di cobalto in Congo è direttamente collegata
allo sfruttamento del lavoro minorile e alla violazione dei diritti umani. Ci
sono alternative per realizzare batterie senza cobalto ma tali soluzioni ancora
non garantiscono la stessa affidabilità.
Per evitare lo sfruttamento di migliaia di minorenni
dobbiamo quindi rimetterci nelle mani della scienza. La ricerca infatti va
avanti e le ultime notizie ci portano negli Stati Uniti. Qui si stanno facendo
passi in avanti interessanti per quella che potrebbe essere la miglior
alternativa alle batterie contenenti cobalto. La batteria in questione è agli
ioni di sodio e potrebbe fare a meno anche del litio, ma per ora la durata è
veramente bassa.
In Cina invece si sta lavorando ad una nuova batteria senza
nichel e cobalto, con una notevole autonomia
Le case automobilistiche sono desiderose, per problemi di
immagine, di liberarsi dal cobalto estratto dai bambini, ma rimangono in attesa
che gli studi proseguano perché non producono le batterie ma le comprano da
fornitori esterni. Nel frattempo ci sono
brand, come ad esempio Bmw e Mercedes, che si sono schierati apertamente contro
l’estrazione di cobalto nella Repubblica Democratica del Congo scegliendo di
acquistare il prezioso minerale da Australia e Marocco.