Auto che vanno da sole, scrittori artificiali, androidi spazzini. Le macchine stanno sostituendo l'uomo. Un bene o un male?
All'Istituto italiano di tecnologia di Genova è in avanzata fase di realizzazione un robot umanoide capace di assistere gli anziani e di sbrigare le faccende di casa. Si chiama iCub ("Cuccioletto", in inglese), è alto 104 centimetri e pesa 22 chili. Cammina, gioca a palla e quando gliela restituite sorride e vi stringe la mano. Che è quasi umana, flessibile e forte, persine morbida.
Per il momento iCub funziona solo quando è collegato alla presa di corrente. Ma sarà presto autonomo, recuperando l'energia dei suoi stessi movimenti e grazie a una pelle rivestita da polimeri fotovoltaici.
Intanto si stanno sviluppando altri progetti e robot finalizzati ad aiutare l'uomo in condizioni di pericolo o dove non può arrivare. Come HyQ, un robot animaloide in grado di camminare su terreni dissestati superando gli ostacoli.
Il professor Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto, sostiene che «oggi in tutta Europa almeno duemila persone sono dedicate a questi obiettivi: un investimento di miliardi che promuoverà l'attività di molte aziende. E probabilmente, tra 10-20 anni avremo un robot in ogni casa che ci darà una mano in varie mansioni».
Ma allora iCub e i suoi fratelli ci aiutano a superare la crisi economica o ci rubano il lavoro? Guardiamoci attorno: computer che guidano le automobili, automi che assemblano gli iPad, robot-chirurghi che| arrivano là dove non possono intervenire i medici, androidi spazzini e subacquei che tutelano l'ambiente.
L'elenco è infinito: c'è sono il robot-kebab che affetta 120 porzioni di carne all'ora; il robot-pompiere, che vede una fiamma di 20 centimetri a 10 chilometri di distanza.
Tra i reparti della Volkswagen di Wolfsburg, il numero dei robot supera quello degli operai. La Fiat non è da meno: alla lastratura di Pomigliano lavorano 600 robot quasi senza apporto umano. Saldano scocche, fiancate, tetti, avvitano sportelli e cofani (la Nuova Panda ha più di tremila punti di saldatura). Se ci fosse la domanda, la fabbrica potrebbe costruire 60 auto all'ora.
Ma l'invasione continua, in tutti i campi. Dopo aver conquistato i luoghi della produzione e dei servizi, aver affiancato i soldati in battaglia e offerto nuove braccia (telecomandate) all'agricoltura, i robot stanno risalendo sempre più in fretta la scala delle competenze. L'assalto ai lavori intellettuali è la battaglia finale.