lunedì 29 luglio 2024

L’intelligenza artificiale sta mandando il tilt la rete elettrica degli USA

Il Washington Post scrive che vaste aree degli Stati Uniti rischiano di rimanere a corto di energia a causa della diffusione dei datacenter affamati di elettricità. In Georgia si stima che nel prossimo decennio la domanda di energia crescerà di  17 volte quella attuale. Anche l'Arizona prevede che, in assenza di importanti aggiornamenti alla rete, la capacità di trasmissione energetica verrà sopraffatta prima della fine del decennio. La Virginia del Nord, inoltre, avrebbe bisogno dell'equivalente di diverse grandi centrali nucleari per servire tutti i nuovi datacenter pianificati e in costruzione: una sfida mai vista prima.

La rapida innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale sta portando non solo alla costruzione di enormi datacenter, ma anche di fabbriche per produrre i componenti. Molti si chiedono: chi pagherà gli investimenti necessari per dare energia a tutti? Tutti i cittadini o le società che richiedono sempre più risorse?

La situazione, inoltre, minaccia di soffocare la transizione verso un'energia più pulita, con la prevista chiusura dei vecchi impianti a combustibili fossili che potrebbe essere ritardata. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia, i 2700 data center degli USA consumano quasi il 5% dell'elettricità totale e nel 2026 arriveranno al 6%.  

Microsoft sta ipotizzando di puntare sull'energia nucleare. Le grandi aziende tecnologiche stanno esplorando modi per cui l'intelligenza artificiale possa diventare da problema a risorsa, sfruttandola per trovare soluzioni che facciano funzionare la rete in modo più efficiente.


lunedì 22 luglio 2024

Il mio professore è un robot

Saya è un robot umanoide attivo nelle scuole elementari giapponesi. Ha un aspetto femminile, è capace di muovere la testa e di assumere espressioni facciali. Quando viene utilizzata in modalità interattiva, può articolare brevi frasi e accompagnarle con un’espressione appropriata: se le si ordina «Taci!» si mostra anche arrabbiata

Più spesso, i robot assumono il ruolo di compagni di classe. È il caso di Rubi, un robot socievole a basso costo, finalizzato a migliorare il vocabolario dei bambini più piccoli. Funziona automaticamente e può cantare, ballare, prendere e restituire oggetti usando i suoi attuatori fisici. Può quindi proporre ai bambini giochi mirati allo sviluppo del lessico, passando da un esercizio all’altro in base a un algoritmo, un “rilevatore dell’interesse” che tiene conto del numero di volti rilevati e dei tocchi ricevuti nell’ultimo minuto. È stato testato per due settimane in una scuola dell’infanzia, rilevando un miglioramento del 30% nelle conoscenze linguistiche dei bambini.

Oppure Robovie che interagisce con gli alunni di una scuola elementare giapponese. Può identificare i bambini tramite i tag wireless da loro indossati e quindi può chiamarli per nome incoraggiando così l’interazione. Robovie si intrattiene con i bambini anche durante la pausa pranzo e suscita il loro interesse promettendo di rivelare un segreto se trascorrono più tempo con lui.

Vi sono poi ricerche in cui sono i bambini che insegnano a un robot. In una scuola di inglese per bambini giapponesi tra 3 e 6 anni un robot di piccole dimensioni interagisce con loro ma compie anche parecchi errori e sembra quindi aver bisogno del loro aiuto. Risulta che i verbi inglesi sono memorizzati molto meglio quando i bambini si impegnano nell’insegnarli al robot.

Analogamente, in un altro esperimento, un gruppo di alunni fra 6 e 8 anni ha insegnato a scrivere a un robot Nao, programmato per fare gli errori più tipici della loro età e per migliorare gradualmente le sue prestazioni in base agli esempi da loro disegnati su un tablet. Anche se non è chiaro se ciò abbia migliorato la loro calligrafia, i bambini erano desiderosi di insegnare al robot.

Sebbene abbiano quasi tutti un aspetto antropomorfico, i robot utilizzati in queste ricerche sono fra loro diversi. Alcuni, come Robovie, sono progettati per funzionare autonomamente, senza input umano, altri si presentano come autonomi ma sono controllati da remoto, come Saya.

L’idea degli insegnanti robot non è fantascientifica ma le loro capacità di operare autonomamente sono ancora limitate, spesso aiutate da interventi umani evidenti o nascosti. L’obiettivo di questi studi è capire il grado di accettazione dei robot, più che loro efficacia nell’insegnamento. Al momento, quindi, si stanno ancora esplorando i fattori che influenzano l’interesse dei bambini nei robot, come il sentirsi chiamare per nome o la possibilità di accedere a informazioni privilegiate.

Naturalmenti questi esperimenti sollevano molte questioni. La prima riguarda la privacy. I robot sociali possono raccogliere informazioni personali e hanno strumenti per registrare il mondo che li circonda: approfittando della loro apparente natura sociale, possono estorcere confidenze dalle persone.

Una seconda preoccupazione concerne il rapporto fiduciario che può instaurarsi con il robot. Se questo è costruito per assomigliare a un uomo gli utenti potrebbero aspettarsi che sia in grado di prendersi cura di loro. Ma è una conclusione ingannevole e non scontata.


lunedì 15 luglio 2024

IA sempre più intelligente

Il film "Her" , uscito in Italia con il titolo “Lei” , racconta la storia di un uomo che si innamora della sua assistente virtuale, un concetto che potrebbe presto diventare realtà con l'ultima versione di ChatGPT,  la 4o. Questa versione a pagamento è disponibile gratuitamente per un breve periodo introduce importanti novità rispetto alle versioni precedenti.

Le nuove funzionalità di GPT-4o includono capacità visive e vocali, consentendo agli utenti di dialogare a voce con l'IA come se parlassero con una persona reale. Durante la presentazione online, il chatbot ha dimostrato di poter fare battute, conversare in più lingue, interpretare espressioni facciali e risolvere problemi di algebra.

Queste avanzate capacità sollevano preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza, motivo per cui OpenAI sta procedendo con cautela, evitando di lanciare immediatamente un modello ancora più avanzato, GPT-5. Un ulteriore problema riguarda i diritti sui contenuti utilizzati per addestrare queste IA. I produttori di contenuti vogliono essere compensati per l'uso del loro materiale.

lunedì 8 luglio 2024

Il ponte sullo Stretto di Akashi

Il 17 gennaio del 1995 la città giapponese di Kobe subisce un terremoto di intensità 6,8 della scala Richter che causa oltre 6mila vittime. Il terremoto è stato anche l’occasione per mettere alla prova le due torri del futuro ponte di Akashi, alte 300 metri e appena costruite, ancora oggi il secondo ponte sospeso più lungo al mondo. Nonostante l’epicentro del sisma fosse localizzato proprio nello stretto di Akashi, le due torri non subirono danni gravi anche se la torre Sud si spostò di 120 centimetri rispetto alla sua posizione iniziale.

I lavori per la costruzione del ponte sono stati interrotti per un mese a causa del terremoto, e quindi ripresi fino al 1998, anno della sua inaugurazione. Il nuovo ponte unisce lo stretto con i suoi quasi 300 metri di altezza, una lunghezza complessiva di 3.911 metri e una campata principale di 1.991 metri, presentandosi al mondo, in quel momento,  con il record del ponte sospeso più lungo, ora ceduto al Canakkale Bridge in Turchia.

L’idea di costruire un ponte nello Stretto di Akashi nasce già negli anni Cinquanta del secolo scorso quando uno scontro tra due traghetti che trasportano passeggeri da una sponda all’altra causa la morte di oltre 150 persone. La necessità di un ponte che sovrasti la baia deriva quindi dalla consapevolezza che lo Stretto di Osaka è una delle vie marittime più trafficate al mondo, battuta da una media di 1.000 navi al giorno, oltre che soggetta a correnti violente, tifoni, ma anche terremoti.

Il ponte sullo stretto di Akashi rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione delle tecniche ingegneristiche adottate nella costruzione dei grandi ponti sospesi. È considerato l’ultimo grande esempio di ponte reticolare come il Golden Gate di San Francisco prima di passare agli impalcati progettati con un profilo alare, come il Canakkale Bridge turco, o il progettato ponte sullo Stretto di Messina, in grado di sopportare venti ancora più forti.

È stato da poco anche inaugurato il ponte di Brăila, il secondo ponte sospeso più lungo in Europa con la sua campata sospesa sul Danubio lunga 1.120 metri.


lunedì 1 luglio 2024

L'Istituto italiano di tecnologia (IIT)

L'Istituto italiano di tecnologia (IIT) è un centro di ricerca scientifica con sede a Genova e  altri centri distaccati di ricerca attivi in diverse università italiane e due negli Stati Uniti.

La fondazione è del 2003 e fin da subito ha suscitato polemiche perché solitamente i centri di ricerca pubblici nascono all’interno delle università mentre l’IIT ha una sua indipendenza anche se collabora con le università.

È  nato con lo scopo di diventare un centro di riferimento per la ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico, oltre che una base per il ritorno dei cosiddetti "cervelli in fuga", ossia ricercatori che sono andati a lavorare all’estero.

Le città candidate a ospitare l'istituto erano Genova e Pisa. La scelta cadde sul capoluogo ligure in quanto sede industriale d'importanti aziende quali, tra le altre, Ansaldo, Siemens e Ericsson.

Nel laboratori di Genova si studia la robotica,  la scoperta e sviluppo di farmaci, neuroscienze e tecnologie del cervello, nanochimica, nanostrutture, nanofisica, visione automatica, microscopia ottica.

L'istituto impiega oltre 200 scienziati e ricercatori a tempo pieno, quasi 1000  a temporanei, collabora con 18 centri ha al suo attivo quasi 20 mila pubblicazioni scientifiche, oltre 1000 brevetti, fondato 33 startup.

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